Oltre le reti per una storia No Muos

Oltre le reti per una storia No Muos 1

Cosa sono e perché sono le cronache da Contrada Ulmo.

di Cristina Di Pietro

Oltre le reti: cronache da Contrada Ulmo è un progetto nato molto tempo fa e rimasto nel cassetto fino a quando, grazie alla collaborazione di Fabio d’Alessandro, non si è deciso di metterlo “in rete”. Si tratta della storia di un particolare periodo del movimento No Muos: quello della nascita del Presidio Permanente, dell’avviarsi di una stagione di lotta che ha visto come protagonista la cittadinanza niscemese.

Non esistono storie oggettive, esistono però storie esplicite, che precisano criteri e intenzioni. Io sono evidentemente di parte, niscemese, No Muos. Gli eventi sono presentati secondo un criterio cronologico che copre il periodo che va da settembre 2012 a settembre 2013; tutti i fatti sono documentati e in genere liberamente consultabili; i fatti riguardano principalmente la Contrada Ulmo e la città di Niscemi, secondo un punto di vista molto locale, spesso personale, aperto principalmente ai rapporti tra le Istituzioni (regionali e nazionali) e Niscemi – rispetto a questo è utile sottolineare che si farà riferimento solo ad atti resi pubblici e a dichiarazioni pubblicamente sostenute.

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Oltre le reti: cronache da Contrada Ulmo non ha nessuna pretesa di esaustività. La sua unica pretesa è quella di coltivare la memoria. Una memoria necessaria come l’acqua. Non si deve dimenticare che qualsiasi conquista, rallentamento, onore e onere che possa attribuirsi al movimento No Muos è venuto dal basso. Se esiste qualcosa che possa essere considerato davvero simile a una vittoria, si tratta di questo.

Una delle tecniche per limitare il potere del popolo è quella di cancellare dalla storia i veri agenti del cambiamento, di fare in modo che non siano riconosciuti. Per far questo è necessario distorcere la storia e far credere che siano stati i grandi uomini a fare tutto. In questo modo la gente impara che non è in grado di fare alcunché, che è senza speranza, che deve attendere che appaia qualche grande uomo a risolvere tutti i problemi.

Noam Chomsky, Capire il potere, Marco Tropea Editore, Milano 2002, p. 214.

Per fare la storia e tramandarne la memoria abbiamo un mezzo soltanto: costruire la narrazione di noi stessi. Più ricca sarà la narrazione, più saranno i punti di vista, più diversificate le tecniche utilizzate, meno rischio correremo di dimenticare e tornare docilmente a pensare che interessarsi al mondo non sia una cosa adatta a noi, oppure qualcosa di cui non siamo capaci. La storia non è mai già scritta prima da qualcuno, ma sempre e solo ricordata da te.

Febbraio 2015             

Ringraziamenti speciali: Fabio d’Alessandro per il sostegno, l’impegno e per aver reso concreta l’idea; Ylenia d’Alessandro per aver corretto le bozze quando ancora non si sapeva da che parte si sarebbe andati a parare; Antonio Mazzeo; mia madre per aver dato il suo parere e il suo prezioso contributo alle correzioni e la mia famiglia tutta che ha compreso e condiviso con me e con altri compagni di lotta notti insonni, polvere, ansie, delusioni e soddisfazioni.

 

2 Commenti

  1. Brava Cristina complimenti per il tuo impegno civile necessario a fare arrivare a tutti il nostro angoscioso problema. Un abbraccio Lia

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